“ Giselle ” – Il balletto perfetto ora al cinema

Ballettomani, prenotate la vostra poltrona al cinema domenica 21 gennaio prossima:

per ora è previsto un solo giorno di proiezioni di “ Giselle ”,

il film dell’omonimo balletto ottocentesco coreografato da Jean Coralli e Jules Perrot su musica di Adolphe Adam,

girato al Dutch National Ballet di Amsterdam.

Una compagnia di ben 73 ballerini (che durante il periodo Covid offrì moltissime lezioni gratuite online agli appassionati di danza classica di tutto il mondo!) a cui si aggiungono varie “stelle”:

le più luminose sono la russa Olga Smirnova (nata nel 1991) e l’italiano Jacopo Tissi (classe 1995).

Entrambi facevano parte del balletto del Bolshoi da cui hanno dato le dimissioni a seguito della guerra contro l’Ucraina;

Tissi era il primo italiano a diventare primo ballerino del mitico teatro moscovita nel 2022 e

subito dopo è entrato al Dutch National Ballet.

Il balletto è distribuito in tutta Europa e in Paesi selezionati degli altri continenti;

nei cinema italiani in esclusiva da Nexo Digital

(che ha in programma quest’anno altre uscite di balletti e opere da teatri prestigiosi)

in collaborazione con i media partner MyMovies, Sky Arte e Danza&Danza;

troviamo l’elenco delle sale su nexodigital.it.

Ho avuto la gioia e il privilegio di assistere lunedì 15 alla preview per la stampa al cinema Arcobaleno di Milano, ebbene…

ho sempre giudicato inarrivabile l’edizione di “ Giselle ” con Nureyev e la Fracci, ma questa può stare tranquillamente alla pari.

Quasi due ore di spettacolo che letteralmente volano, come gli interpreti.

Una delizia per gli occhi e per l’anima.

nell’atrio del cinema

Due parole sul balletto anche se la trama è nota:

il principe Albrecht in incognito corteggia l’ingenua contadinella Giselle pur essendo fidanzato con la nobile Bathilde;

il guardiaboschi Hilarion, suo rivale in amore, smaschera l’inganno e Giselle disperata impazzisce e muore.

Nel secondo atto i due innamorati fanno visita alla tomba di Giselle nel bosco,

ma prima l’uno e poi l’altro vengono catturati dalle Villi,

spettri delle fanciulle morte prima delle nozze, e costretti a danzare fino allo sfinimento;

Hilarion muore, Albrecht viene sorretto da Giselle finché giunge l’alba.

Questa messa in scena è un misto di tradizione e novità: i costumi sono quelli codificati da due secoli,

ad es. l’abito di Giselle è bianco con corpetto e balza blu, ma con un tocco ‘moderno’ che li fa apparire più ‘vestiti’ e meno ‘tutù’;

anche le Villi e la loro severa regina Myrtha pur col lungo tutù romantico appaiono chiaramente in abito da sposa;

bellissime le cuffiette delle bambine e della madre di Giselle, con volant e pizzi che si vedono nei costumi delle Alpi e oltre.

La scenografia, si nota fin dal primo istante, è allo stesso tempo stilizzata e fiabesca:

nell’atto diurno le montagne sono delineate con grafismi degni dell’arte giapponese

ma poi guardate da vicino mostrano filari

e terrazzamenti che ancor oggi contrassegnano i laghi europei (compreso quello di Como),

le casette sono disegnate con cura filologica e insieme sognante.

Nell’atto notturno il bosco è meno fitto rispetto ai fondali visti e stravisti,

il lago lontano e una luna enorme occhieggiano dietro alberi sottili e spogli che sembrano mani scheletriche uscite dalla terra con le dita spalancate (avete presente La sposa cadavere?),

mentre Albrecht visita la tomba di Giselle i cambi di luci fanno apparire anche altre tombe più antiche, tante, troppe, di spose mal-amate e tradite e abbandonate e uccise.

nel buio della sala

La regia è “ballettistica”, con piani ravvicinati permette sì di scoprire dettagli che magari in teatro si perdono

e di vedere le espressioni dei ballerini (qualcuno disse che la parte del corpo più importante per un danzatore è… lo sguardo!)

e i loro gesti più minuti, ma lascia gli interpreti inseriti nella scena:

mentre troppo spesso in regie “televisive” si inquadra il divo o la diva a mezzobusto mentre magari sta eseguendo una serie di passi difficilissimi e meravigliosi…

Seguiamo così l’ingenuità di Giselle, poco più di una bambina che si meraviglia di ogni cosa e corre dalla madre a renderla partecipe;

perfino fastidiosa quando le obbedisce anche quando questa la frena, quasi la imprigiona impedendole di danzare per via del suo cuore delicato, mentre la ragazza vorrebbe vivere e amare.

Vediamo Hilarion in giubba verde loden, amante molto pratico e terreno che pensa di conquistare la ragazza conquistandosi prima la madre col cruento ma ahimè prezioso regalo di un fagiano appena cacciato e aiutandola col cesto dei panni;

mentre Albrecht è il tipico innamorato romantico che corteggia la ragazzina con dolci parole e sorrisi,

e quando lei sfogliando la margherita dubita del suo amore, è pronto a strapparne un petalo per rassicurarla, abituato com’è da ricco e nobile a piegare la realtà ai propri desideri.

Hilarion visita la tomba di Giselle col suo vestito solito e un mazzolino di fiori di campo, probabilmente tutto quello che ha ma sembra quasi meschino, avaro;

Albrecht arriva invece in perfetto abito da lutto (nero con punti luce neri, come si usava nell’800) e con un sontuoso mazzo di gigli bianchi:

si sta comportando come noblesse oblige, perfino davanti alla morte?

Oppure per una volta vuol tributare a Giselle onori degni di una principessa?

L’amava davvero o era un passatempo?

Probabilmente si rende conto di amarla quando lei lo salva, quando è lei già morta a mostrargli l’amore vero, gratuito anche se lui non lo merita;

come non lo meritava Hilarion, pensando di conquistarla con i pugni o comprarla con le offerte di cibo, come al tempo delle caverne…

Hilarion non cambia e viene gettato dalle Villi nell’abisso di buio;

Albrecht quella terribile notte maturerà e diventerà un uomo migliore.

Olga Smirnova come Giselle

La Smirnova è una Giselle delicatissima, espressiva, e insieme con una tecnica impeccabile nelle punte velocissime e nella soavità delle braccia (anche se un po’ troppo scarne);

da notare la famosa “scena della pazzia” in cui la nostra indimenticabile Carla Fracci aveva inventato la ciocca che cade sul viso dagli sguardi stravolti,

dove qui Olga Smirnova si scioglie completamente l’acconciatura mettendo in risalto sia la propria indubbia bellezza sia la femminilità ferita di Giselle.

Tissi sembra praticamente senza peso, con battements e attitudes molto alti per un maschio e come se non costassero alcuna fatica, come se la gamba avesse un’articolazione infinita;

i salti hanno un’elevazione notevole (anche se non esagerata) senza che si veda la potenza;

lirico, comunicativo, perfetto come innamorato e come principe;

nel suo modo di danzare per la prima volta ho notato una cosa:

quando compie un atto, ad esempio alzarsi da terra in ginocchio e poi in piedi,

vedo “il movimento”, cioè capisco esattamente quali parti del corpo sta attivando per realizzarlo (un meccanismo che spesso si perde nella fluidità dei passi)…

ma non vedo la fatica, il peso, lo sforzo.

Non c’è esibizione muscolare, ma non si perde nulla dei perfetti meccanismi del corpo umano.

Jacopo Tissi

Insomma il pubblico in sala ha fatto fatica nei momenti salienti a non unirsi agli applausi del pubblico olandese che a tratti sovrastavano la musica (bravissima anche la Dutch National Orchestra),

registrata dal vivo come si poteva capire anche dal ticchettio delle scarpette sul palcoscenico.

Del resto “Giselle” non è solo il balletto romantico per eccellenza, ma come disse la compianta critica Vittoria Ottolenghi,

è “il balletto perfetto”.

per i biglietti:

giselleballetcinema.com

 

Trailer del film

Video annuncio della nomina di Jacopo Tissi a primo ballerino dell’ Het

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